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IL RUOLO DELLA VITAMINA A NELLA PATOLOGIA CELIACA
Tiziana il 25/02/2011, alle 17:01 (UTC)
 grazie a studi su cavie di laboratorio la ricerca è riuscita a scoprire un nuovo aspetto della patologia. I ricercatori dell'università di Chicago, hanno, infatti, osservato che quando sono elevati i livelli di una proteina proinfiammatoria, chiamata interleuchina-15 (Il-15), prodotta dal sistema immunitario, e di vitamina A (acido retinico) si innescano processi che scatenano la patologia.

È presto per parlare di cura
Nel loro studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature, i ricercatori hanno verificato che nei topi in cui i livelli di Il-15 erano alti, si manifestavano i primi stadi della malattia celiaca, somministrando, poi, vitamina A i sintomi peggioravano, ma bloccando la produzione Il-15 i topi ritornavano tolleranti al glutine. La vitamina, quindi, sembra agire da adiuvante promuovendo le risposte infiammatorie. Sulla base di queste nuove conoscenze, Bana Jabri, del Digestive disease research core center di Chicago e autore della ricerca, ipotizza che i farmaci che bloccano la Il-15, già allo studio per il trattamento dell'artrite reumatoide, potrebbero essere impiegati anche per la celiachia. Tuttavia, Alessio Fasano, direttore del Centro ricerche sulla celiachia dell'università del Maryland invita alla cautela su possibili e immediate ricadute terapeutiche, dal momento che lo studio «mette in discussione ricerche precedenti che attribuivano alla vitamina A un ruolo protettivo. È come se l'interleuchina venisse "armata" dall'acido retinoico, un'evidenza sorprendente». Si tratta di un'inversione rispetto alla letteratura esistente e Fasano invita alla prudenza, considerato che la ricerca americana è stata fatta su animali. Inoltre, sottolinea «non è possibile fare a meno della vitamina A, elemento integrante della nostra dieta, mentre il blocco dell' Il-15 in trial clinici sull'uomo non ha mostrato la regressione dei sintomi della celiachia, come accaduto nei topi della ricerca di Chicago».

 

I celiaci potrebbero mangiare farina di frumento IDROLIZZATA
http://www.medicinalive.com/medicina-tradizionale/gatroenterologia/celiachia-farina-frumento-idrolizzata/ il 20/01/2011, alle 17:49 (UTC)
 I pazienti celiaci potrebbero consumare farina di frumento idrolizzata. A dirlo è un recente studio pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology, la rivista ufficiale dell’American Gastroenterological Association Institute.

I prodotti da forno a base di farina di grano idrolizzato non sono tossici per i pazienti celiaci, spiega Luigi Greco dell’Università di Napoli, autore principale dello studio:

Questa è la prima volta che un prodotto derivato da farina di grano ha dimostrato di non essere tossico dopo essere stato somministrato a pazienti celiaci per 60 giorni. I nostri risultati supportano la ricerca, inoltre, che esplora le terapie che potrebbero ridurre la tossicità del glutine per i celiaci al di là della dieta standard senza glutine.

Il glutine si trova principalmente anche in orzo e segale, ma può essere contenuto in prodotti di uso quotidiano come la salsa di soia e i condimenti per l’insalata, così come in alcuni farmaci e vitamine. La malattia celiaca è stata ritenuta, fino a poco tempo fa, una malattia rara. Tuttavia, recenti ricerche hanno dimostrato che esiste un vero e proprio esercito di celiaci, molti dei quali non sono a conoscenza di soffrirne.

In questo studio, i medici hanno valutato la sicurezza della somministrazione giornaliera di prodotti da forno realizzati da una forma idrolizzata di farina di frumento in pazienti affetti dal disturbo. I medici hanno usato farina di grano fermentata con lievito naturale, lattobacilli e proteasi fungine: questo processo diminuisce la concentrazione di glutine.

Lo studio ha preso in esame un totale di 16 pazienti celiaci, di età compresa tra i 12 e i 23 anni, tutti in buona salute perché seguivano una dieta priva di glutine da almeno cinque anni. Due dei sei pazienti che hanno mangiato prodotti da forno a base di farina naturale hanno interrotto lo studio a causa di sintomi come malessere, dolori addominali e diarrea. I due pazienti che hanno mangiato farina a base di prodotti da forno prodotti in gran parte con farina idrolizzata non hanno riportato malesseri, ma hanno sviluppo atrofia subtotale (completa assenza di villi, le estroflessioni necessarie per l’assorbimento). I cinque pazienti che hanno mangiato i prodotti da forno completamente idrolizzati non hanno invece riportato alcun effetto collaterale.

 

Niente glutine... insegnamolo a scuola: progetto AIC LAZIO "IN FUGA DAL GLUTINE"
AIC LAZIO - ESTRATTO DAL SITO: http://www.aiclazio.it/attivita-e-notizie/archivio/notizie/niente-glutine-ma-con-educazione il 20/01/2011, alle 17:41 (UTC)
 Il progetto “In fuga dal glutine” di AIC Lazio si rivolge agli insegnanti: celiachia ma non solo, educhiamo alla diversità.


Prende il via a gennaio 2011 ed è aperto a tutte le scuole elementari della regione il progetto “In fuga dal glutine” promosso da AIC – Associazione Italiana Celiachia – Lazio.

Attraverso questo progetto gli insegnanti riceveranno informazioni precise e dettagliate da parte di esperti e avranno a disposizione strumenti per trasmettere agli alunni, con metodologia ludica, concetti nuovi ma quanto mai attuali : cosa è la celiachia, prima di tutto, ma, in senso più ampio, come gestire l’integrazione e l’educazione alla diversità – alimentare, culturale etc. – intesa come risorsa e ricchezza.

L’attività di AIC Lazio nelle scuole inizia nell’anno 1998, per ridurre il disagio dei bambini celiaci che proprio a scuola vivono il primo “trauma”: una dieta che a casa è più facile da mantenere e capire di quanto non lo sia in mezzo ai compagni di scuola, tra festicciole, tartine e pizzette a cui il bimbo celiaco deve dire di no. Ma deve poterlo fare senza frustrazione e con coscienza. Proprio su richiesta di AIC Lazio, il Comune di Roma riconosce, il 1 settembre 1993, il diritto al pasto senza glutine nelle scuole. È il primo successo di una attività mirata all’integrazione scolastica, che oggi prosegue orientandosi direttamente agli insegnanti.

Cosa prevede il progetto “In Fuga dal glutine” che prende avvio con il 2011? Le scuole che ne faranno richiesta saranno sede di cicli di incontri con i docenti, condotti da una dietista e da una psicologa, allo scopo di presentare la celiachia (definizione, dati, numeri), le attività dell'Associazione, nonché le motivazioni e l'utilità della divulgazione. È previsto un incontro per ogni istituto interessato ma gli appuntamenti possono essere replicati su richiesta dei docenti. Verranno trattati i concetti base legati alla celiachia, dall’aspetto medico-scientifico a quello psicologico, con l’aiuto di vivaci e dinamiche slides.

Gli incontri sono totalmente gratuiti per la scuola e costituiscono una delle molte attività realizzate ogni anno da AIC.

Per informazioni : dott.ssa Sabrina Pulcini tel 331 7844849

Gli Istituti scolastici come potranno inoltrare la richiesta di ammissione alla lista delle scuole che saranno sede degli incontri – completamente gratuiti? Sarà sufficiente scrivere a sabrinapulcini@libero.it segnalando nome della scuola, nome di un referente ed eventuali disponibilità di giorni ed ore. Il termine per presentare candidature delle scuole è fissato al 10 marzo 2011 per la prima tranche di incontri che avranno luogo nel primo semestre dell’anno (gennaio-giugno). Una seconda tranche sarà programmata in seguito con tempi e modalità da stabilirsi a seconda dell’entità delle richieste.
 

APPROFONDIMENTI SULLA CELIACHIA E GRAVIDANZA
TIZIANA il 12/01/2011, alle 08:10 (UTC)
  .....Sebbene il meccanismo patogenetico

della celiachia non sia stato

ancora chiarito, uno stato di malnutrizione

generale e la carenza di fattori

specifici quali il ferro, lo zinco e

l'acido folico sono da considerare

una delle cause che possono condurre

all'aborto spontaneo.

La gravidanza, inoltre, richiede un

apporto di calcio moderatamente

superiore alla norma; di conseguenza

il rimaneggiamento osseo

diviene più importante soprattutto

nelle donne in cui la diagnosi di

celiachia è stata effettuata in età

adulta, quando il malassorbimento

occulto aveva già ridotto i depositi.


LEGGETE TUTTO L' ARTICOLO... AL SEGUENTE LINK

http://www.utifar.it/uploads/model_5/celiachia_2_parte.pdf
 

Celiaci non si nasce, si diventa OTTOBRE 2010
TIZIANA il 12/01/2011, alle 08:09 (UTC)
 

La frequenza della celiachia è in costante aumento e l'intolleranza al glutine compare

sempre più spesso in età adulta o addirittura da anziani. Secondo i dati raccolti da

ricercatori italiani del Center for Celiac Research dell'università di Baltimora, negli Stati

Uniti, il numero delle nuove diagnosi fra gli over 60 è raddoppiato in 15 anni. Fattori

ambientali, ad esempio il consumo abbondante e pressoché esclusivo di grani molto ricchi

di glutine tossico, sono probabilmente alla base della perdita della tolleranza al glutine in....

LEGGETE IL COMUNICATO STAMPA PER INTERO

glutenfree.sitonline.it/1/upload/celiaci_non_si_nasce_si_diventa_aic.pdf


_____________________
 

Scacco matto alla celiachia, ecco i tre colpevoli
TIZIANA il 12/01/2011, alle 08:08 (UTC)
 Scacco matto alla celiachia, ecco i tre colpevoli
Si stringe il cerchio sulle molecole che causano l'intolleranza al glutine
22 luglio 2010, 08:17

ROMA - Si stringe il cerchio sulle molecole che causano la celiachia, l'intolleranza alla proteina dei cereali (glutine) che puo' causare seri problemi di assimilazione e deperimento: scoperte infatti le tre molecole tossiche responsabili della malattia, i frammenti (peptidi) del glutine che scatenano la reazione immunitaria nei pazienti. E' un passo avanti enorme che accelera la corsa verso un vaccino per questo male. Annunciata sulla rivista Science Translational Medicine, la scoperta ha gia' portato all'avvio di una prima sperimentazione su pazienti di una cura messa a punto sulla base dei tre peptidi colpevoli, che consiste nella desensibilizzazione dei pazienti al glutine, in pratica un vaccino che puo' bloccare la malattia prima che faccia danni gravi all'intestino. La sperimentazione in corso e' condotta dalla compagnia biotech di Melbourne Nexpep Pty Ltd. La scoperta e' merito dell'equipe di Bob Anderson e di Jason Tye-Din del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research a Parkville, Australia.

''E' un risultato importante che ci attendavamo dal gruppo di Anderson che da anni studia la celiachia ed e' a caccia di questi peptidi, ed e' un risultato arrivato anche prima del previsto; cio' permette grosso modo di dimezzare i tempi previsti per la messa a punto e la commercializzazione di nu vaccino, 5-10 anni contro i 15-20 ritenuti necessari finora'', ha commentato la notizia Italo De Vitis, dirigente dell'unita' di medicina interna e gastroenterologia dell'Universita' Cattolica di Roma presso il centro integrato Columbus che e' un presidio accreditato per sorveglianza, prevenzione e diagnosi della celiachia. La malattia e' un'intolleranza che causa seri problemi all'intestino, rovinandone le pareti. Come conseguenza di cio' il paziente non riesce piu' ad assimilare vitamine, minerali ed altri nutrienti assunti con la dieta e quindi anche gli altri organi ne risentono come se il corpo fosse malnutrito. In Italia si stima vi siano 600 mila celiaci ma solo 100 mila di questi sono venuti allo scoperto e quindi hanno nua diagnosi e tengono a bada la malattia, sostanzialmente non mangiando cereali e tutto cio' che contiene glutine. Per gli altri il rischio e' di gravi carenze nutrizionali e quindi, a lungo termine, di danni all'organismo o problemi di sviluppo nei bambini.

Il gruppo di Anderson, ha spiegato De Vitis, finora aveva scovato la sequenza di amminoacidi del glutine responsabile della reazione immunologica nel celiaco quando questo viene a contatto con la proteina, ma restavano imprecisati i peptidi contenuti in questa sequenza maggiormente responsabili della reazione immunitaria del malato. Gli esperti australiani hanno arruolato un gran numero di pazienti, 200, ed hanno fatto mangiare loro dei cereali. Dopo sei giorni con un prelievo di sangue hanno isolato le cellule immunitarie artefici della reazione al glutine ingerito giorni prima. Poi i ricercatori hanno fatto 'incontrare' queste cellule (linfociti T) con 2700 peptidi sospetti ed hanno trovato i tre che si accoppiano piu' saldamente alle cellule. Tali tre composti sono quindi i peptidi che piu' di tutti scatenano la reazione immunitaria e adesso sono oggetto di sperimentazione in un test per vedere se, somministrando in piccolissime quantita' i tre peptidi ai pazienti, questi pian piano si desensibilizzano nei confronti del glutine. ''La scoperta e' importante - ha concluso De Vitis - perche' potrebbe fornire una cura per il 90-95% dei celiaci e quindi assicurare il controllo precoce di questa malattia prima ancora che arrechi danni all'organismo e senza dover rinunciare ai cereali nella dieta''.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/07/21/visualizza_new.html_1874290405.html
 

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SEMPRE DA CONSULTARE  
  Soprattutto per chi, come me, si trova ad affrontare la celiachia gia da grande, è facile cadere nella tentazione e dire:
"Fino a ieri l' ho mangiato e non mi ha fatto mai male, sicuramente lo posso mangiare"
Oppure è facile dire " Va beh! per una volta si può fare un' eccezione oggi lo mangio"
Nulla di più sbagliato:
prima di tutto perchè in italia l' unico obbligo che c' è per le aziende è scrivere che nell' alimento potrebbero essere presenti tracce di un allergene , senza dare mai la piena sicurezza.
Nel dubbio è sempre bene rifarsi al prontuario dei prodotti per celiaci.
Esiste una versione online , gratuita da scaricare sul link sotto riportato, oppure si può richiedere direttamente alla AIC associazione italiana celiaci.
Non fate mai di testa vostra .
E' dura dura dura.... ve lo dice una golosa che in gravidanza ha tartassato i centralini della Ferrero, della Perugina e di un sacco di altre aziende prima di scoprire questo utilissimo strumento

www.celiachia.it


 
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